15 gennaio 1950 si gioca Fiorentina – Juventus.
È l’ultimo minuto di gioco, il risultato è fermo sullo 0-0, ma la Fiorentina continua ad attaccare per trovare la rete del vantaggio. Il momento decisivo della partita è il lancio lungo del difensore Magli verso Egisto Pandolfini. In quel momento, tra lui e il gol c’è solo Parola che si esibisce in un colpo che sarebbe diventato storico anche grazie alla fotografia di Corrado Banchi, fotografo di guerra prestato al calcio.
È un attimo che diventerà leggenda. Parola si esibisce in un gesto stilisticamente perfetto, con la gamba sinistra piegata ad accompagnare il movimento e la destra tesa a mostrare la forza e poi il pallone colpito di collo. Uno stacco imperioso, un volo in cielo, una respinta in uno stile unico. Nasce la rovesciata di Carlo Parola, l’ideale massimo di bellezza calcistica, il sogno di ogni calciatore. È l’essenza del calcio, lo spettacolo della forza e dell’armonia che dal 1965 diventa un’icona di stile.
Sugli spalti c’è un ragazzo che si innamora di quel gesto tecnico, è modenese e decide di acquistare i diritti di quella foto: si chiama Giuseppe Panini e farà diventare la rovesciata di Parola il simbolo delle sue raccolte di figurine.
Un gesto improvviso, istintivo e magicamente romantico destinato a diventare immortale.
La leggenda di Carlo Parola rimarrà impressa per sempre nella mente di milioni di ragazzini italiani che hanno fatto almeno una volta la raccolta di figurine Panini.