Molto spesso, un simbolo politico è qualcosa di controverso non a causa della grafica ma proprio a causa della politica. Ciò significa che ci sono persone che amano o odiano il simbolo per motivi ideologici che in realtà non hanno nulla a che fare con la ragione né con la grafica.
Questo è particolarmente vero per il simbolo di Forza Italia, che oltre a rappresentare un grande partito politico o più precisamente lo stesso Silvio Berlusconi, è anche un buon simbolo per la sua veste grafica, soprattutto considerando il pubblico a cui è rivolto, che sono gli italiani.
E in questo caso, davanti a un simbolo buono c’è una sorprendente intuizione comunicativa che è venuta dallo stesso Berlusconi – anzitutto un grande comunicatore – che è stata quella di usare il nome Forza Italia, che era allo stesso tempo completamente diverso dai tradizionali nomi di partito, qualcosa che tutti gli italiani hanno già urlato durante le partite di calcio, e qualcosa che incarna il sentimento più positivo nel modo più universale per tutti gli italiani. E questo era particolarmente vero nel 1994, quando il simbolo fu introdotto durante la Coppa del Mondo FIFA.
Berlusconi ne tenne conto. «Potremmo sfruttare il veicolo sportivo, le partite in cui i tifosi allo stadio gridano “Forza Italia!”, avremmo già una frase che è sulla bocca di tutti e può entrare nella testa». La concomitanza dei Mondiali, dunque, era un aggancio in più perché il nome facesse presa, ma a livello di battuta era diventata persino una via d’uscita: «Speriamo che tutto vada bene – diceva Berlusconi –. Male che vada, le bandiere che abbiamo fatto ce le possiamo vendere allo stadio…»
Dal punto di vista grafico, il simbolo presenta alcune caratteristiche che lo rendono efficace ancora oggi a distanza di quasi 30 anni: il tricolore che unisce sotto i suoi colori tutti gli italiani, lo sventolamento della bandiera che aggiunge un senso di vivacità e dinamismo, e il carattere tipografico – Helvetica Extra Compressed, un derivato di Schmalfette Grotesk, che offre un grande impatto visivo. Ed è proprio per questa sintesi di elementi semplici, che il simbolo comunica con audacia e chiarezza.
Nel 1996 il simbolo è stato sostituito per un breve periodo con una versione ritagliata all’interno di un cerchio – già disegnato nel 1993 – e dopo la parentesi PDL di Berlusconi (2009-13), è stato recuperato nel 2013 e utilizzato ancora oggi con piccole modifiche. Il simbolo ha resistito fortemente al tempo per quasi 30 anni, diventando così uno dei simboli più conosciuti della storia recente della grafica italiana.